REACTABOX-1
Isi Pavanelli (Reactabox, synth, beat maker, vocoder) e Michele K. Menghinez (chitarra, basso, vocoder, lap steel, batteria) costituiscono i Frank Sinutre nel 2011 e fin dai primi live decidono di utilizzare alcuni strumenti elettronici home-made realizzati da loro. Inizialmente il rectaBOX (ispirato al celebre Reactable consiste in un controller midi a forma di cubo luminoso, con all’interno una webcam ad infrarossi, che funziona leggendo immagini su cubetti e dischi che vengono appoggiati e mossi sullo schermo del cubo). Su questo strumento basarono il cuore del loro live: l'idea di fondo era quella di fare elettronica ma in una modalità che permettesse di jammare e improvvisare in modo libero, compiendo ovviamente anche errori ma cercando così un approccio più fisico al genere.
La prima versione di Reactabox era in legno e fu utilizzata per i live de "La Colpa della Leonessa" fra il 2012 e il 2013:
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DRUMMABOX
REACTABOX-2
Negli anni a seguire fu realizzato un secondo Reactable, sempre partendo dall'idea del primo ma con schermo illuminato e case in plastica. Questo strumento ha accompagnato la band per circa 6 anni sia per i concerti di "Musique pour les Poissons" che per buona parte del terzo album "The Boy who Believed he could Fly" in più di 200 date sparse un po' ovunque fra Italia, Svizzera, Slovenia, Croazia e Austria. In circa 200 live è caduto solo una volta al Papaglia in provincia di Vicenza.
Come il primo era provvisto di 5 cubi (ogni cubo dotato di 4 strumenti su 4 delle 6 facce) e 4 dischi che spostati lungo gli assi x,y e sulla rotazione potevano andare a variare altri 3 parametri che erano stati assegnati.
Nel 2017 raggiungono l'obiettivo nel crowd funding per la realizzazione del terzo reactaBOX (nella campagna Reactabox-3 a new midi experience). Inizialmente pensavano di poter aspirare massimo ad un 20%, ma grazie ad amici, sostenitori, cugini arrivarono addirittura ad un 108 %. Una volta arrivati lì non ci si poteva più tirare indietro: il Reactabox-3 andava costruito.
Dopo una serie di acquisti errati come la camera che doveva essere ad infrarossi ma purtroppo non lo era e diversi mesi spesi nella progettazione e nei test il ReactaBox-3 ha fatto il suo debutto nel 2018 durante i concerti di "Sunset with Sunrise Remixes" e ci accompagna ancora oggi per i concerti di "200.000.000 Steps" il nostro quarto album.
Al suo interno, a differenza dei primi due è stato alloggiato anche un proiettore che permette di poter leggere sullo schermo i valori dei singoli parametri che si stanno suonando e le loro variazioni. Questo aspetto ha migliorato l'esecuzione, ha permesso di orientarsi con meno difficoltà sullo schermo gestendo le variazioni degli effetti in modo più preciso.
"Con questo nuovo strumento è stato risolto anche un altro piccolo inconveniente che avevano i primi due Reactabox legato alla luminosità dell'ambiente: lavorando con camera ad infrarossi era sempre necessario mantenere una luce soffusa sul palco, evitare assolutamente la luce solare e fasci di luci direzionate direttamente sullo schermo altrimenti i controller non venivano letti e di fatto il Reactabox suonava un po' lui quello che gli pareva. Per questo abbiamo dovuto quasi sempre suonare di sera e con luci tenui. E sempre per questo motivo abbiamo deciso a partire dal 2015 di utilizzare anche lampade di wood attaccate a strumenti e back-line che proiettassero luce dal basso che non interferisse con la camera del Reactabox. Dal momento poi che il wood va a braccetto col fluo abbiamo deciso anche di dotarci di outfit e strumenti fluo e prendere la residenza a Rovigo".
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